SaloneUfficio apre le porte all’arte
SaloneUfficio accanto all’offerta commerciale declinata secondo il macrotema “Ufficio Fabbrica Creativa”, ha voluto esplorare lo stesso tema da un punto di vista artistico, affidandone ideazione e realizzazione a Michelangelo Pistoletto, autore di fama internazionale, e alla sua fondazione Cittadellarte. Sede prescelta la Loggia dei Mercanti, epicentro della vita commerciale della Milano medievale, luogo quindi per eccellenza dedicato al lavoro.
L’opera, consistente in una grande installazione, è allo stesso tempo un progetto e un sogno, che fa appello alla creatività e responsabilità di ogni persona e allo stesso tempo delle diverse civiltà insieme. L’installazione-evento è intitolata “Segno Arte Uffici” e ripropone in modo emblematico la struttura cellulare e le attività degli “Uffici”: Cittadellarte è, infatti, una fabbrica creativa articolata in una struttura organica cellulare composta da unità operative denominate appunto “Uffici”; ciascuna di esse porta l’arte a interagire con un diverso settore della vita sociale per un passaggio evolutivo nel segno della responsabilità e della sostenibilità: dall’economia all’educazione, dalla politica alla spiritualità, dalla produzione alla comunicazione.
Il progetto “Segno Arte Uffici” si annuncia attraverso otto stanze modulari ciascuna dedicata a un ufficio emblematico della struttura civile. I moduli accolgono al loro interno diverse tipologie di arredo, con un esplicito rimando ai mobili da ufficio: tavoli, scrivanie, armadi, scaffali e panche diversi tra loro per funzione sono accomunati qui da un disegno particolare, ideato da Michelangelo Pistoletto sulla forma del corpo umano nella sua massima estensione, simbolo di una nuova classicità.
Al centro delle strutture modulari è realizzato un Grande Cubo specchiante (4x4x4 metri): “Luogo della riflessione e meditazione, che pone la spiritualità dell’arte al centro del progetto”, precisa l’autore. La parte esterna del cubo è in acciaio con il simbolo delle 4 religioni monoteiste (ebraica, cristiana, mussulmana e buddista) riportato sulle 4 facce perimetrali. All’interno del cubo, interamente specchiante, lo spettatore è proiettato verso l’infinito e trova esposto il Metrocubo di Infinito (1966), opera storica di Pistoletto, che fa pensare alla Pietra Nera della Mecca, al Muro del pianto di Gerusalemme o al parallelepipedo di “2001 Odissea nello spazio”.
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