Intervista a Rodolfo Dordoni

Rodolfo Dordoni: dall’esperienza della produzione un linguaggio sobrio e razionale, fatto di forme lineari e angoli retti.

Rigore fantastico

di Margarita Kroucharska

Essenziale, senza negare la fantasia e l’ironia: è così l’universo creativo di Rodolfo Dordoni, architetto e designer milanese di fama internazionale, che in una quotidianità sovraffollata di prodotti spesso inutili, affronta la sua missione professionale dichiarando di sentirsi moralmente responsabile nei confronti delle persone che acquistano i suoi oggetti. Cresciuto come designer attraverso la produzione, Dordoni cerca negli oggetti l’armonia e l’equilibrio, esprimendoli attraverso un linguaggio razionale: angoli retti, linee secche e poche curve. Calandosi nel progetto, va alla ricerca dell’idea originaria, dalla quale sviluppare la forma schematica e lineare, affascinante nella semplice eleganza emanata. Direttore artistico di importanti aziende di illuminazione, Dordoni ha affrontato il mondo della luce nelle sue molteplici sfaccettature, anche firmando lampade famose…

Lumiere. Di Foscarini (1990) e tuttora uno degli apparecchi di maggior successo commerciale, Lumiere nasce da uno schizzo, durante gli anni della direzione artistica dell’azienda. Accolta con qualche perplessità per la forma inusuale della base, la lampada è divenuta un best seller, celebrato negli anni con un’edizione limitata (base placcata oro e diffusore con inclusioni di foglia d’oro). Dordoni ha rivisitato in chiave contemporanea la classica lampada da tavolo con paralume, arricchendola con l’originale treppiede metallico e con l’associazione inedita dei materiali. Particolari l’attenzione e lo studio della colorazione del vetro, che assicurano esiti luminosi diversificati e raffinati.

Musa. Nel 1994 Dordoni disegna per Artemide Musa, particolarmente interessante per l’idea di completare un’intera famiglia di lampade utilizzando la combinazione di pochi, differenti vetri: coppa in vetro soffiato, piatto in vetro curvato in lastra, diffusore in vetro soffiato. Le varie combinazioni danno vita a vari modelli che portano i nomi delle muse Calliope, Clio, Erato, Melpomene, Polinnia, Talia, Urania.

Block. Disegnata nel 1997, è ispirata agli abiti in maglia metallica degli anni ’70 e segna l’inizio della collaborazione con Flos. Nelle lampade successive, Dordoni svilupperà il proprio concetto di progettazione della luce, maturato nel tempo.

Pochette. Tra le creazioni più recenti per Flos (2003), è un’applique a luce indiretta o diretta/indiretta dalla linea estremamente pulita. Una curva tesa e piena di armonia nasce dalla parete e si integra nell’ambiente, illuminando in modo discreto.

All-Light. Tra gli ultimi progetti per Flos, ha il dono della bellezza dovuta alla semplicità. Per interni ed esterni illumina dalle pareti con luce diffusa o diretta/indiretta. Una serie di elementi decorativi consentono di modificarne l’aspetto secondo il gusto dell’utente.

Seltz. Realizzata per Venini, esprime il rapporto emozionale del designer con il vetro soffiato: un vaso che diventa la base di una lampada sempre diversa e unica, grazie alla sapiente lavorazione a mano.

BOX

Rodolfo Dordoni Nasce nel 1954 a Milano, dove si laurea in architettura, nel 1979. E’ stato responsabile della direzione artistica di Artemide (collezione vetro), Cappellini (1979-89), Fontana Arte (collezione arredo), Foscarini e dal 1998 di Minotti. Disegna per: Arper, Artemide, Casamilano, Dornbracht, Driade, Ernestomeda, Fiam, Flos, Flou, Fontana Arte, Foscarini, Jab, MatteoGrassi, Minotti, Molteni, Moroso, Nobili Rubinetterie, Olivari, Pamar, Pierantonio Bonacina, Roda, Rossana, Sambonet, Serralunga, The Rug Company, Venini… Dal 1995 progetta negozi e showroom in tutto il mondo per il marchio D&G/Dolce&Gabbana, definendone il concepì e applicandolo nei punti vendita. Suoi anche i concept dei negozi Anteprima e Breil. Ha progettato inoltre abitazioni private, ville, spazi industriali, uffici, allestimenti e stand.

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