Sistema legno–arredamento: commercio estero gennaio–agosto 2005

Analizzando i dati relativi alle esportazioni dei primi 8 mesi del 2005, gli ultimi disponibili (al dicembre 2005), si intuisce quanto abbia influito l’intermittente crescita economica europea sul risultato del settore che complessivamente esporta in Europa circa il 60% dei propri prodotti. Considerando i primi cinque Paesi clienti del continente si rileva ad esempio che sebbene buoni risultati siano stati ottenuti dal mercato francese (+1,6%), diventato il più importante, e da quello spagnolo (+10,5%), Germania e Regno Unito hanno contratto i loro acquisti rispettivamente del –6,5% (che si confronta con il –6,8% dello stesso periodo dello scorso anno) e del –13,1% (–15,4% nei dodici mesi precedenti).

La Cina è al 31 posto per valore di mercato, con 32,43 milioni di euro e un modesto +5,8%, segno che il Made in Italy non ha saputo sfruttare le notevoli possibilità economiche di quella parte della società cinese, piccola nelle proporzioni, ma non trascurabile in valore assoluto, particolarmente sensibile al design italiano (incremento significativo dell’export in Cina che invece la Germania ha saputo realizzare, nonostante la particolare situazione economica).

Il sistema dell’arredamento italiano è un settore ad alta intensità di design, ricco e complesso, che continua a contribuire all’economia del Paese e al successo del Made in Italy. Eppure, sebbene la capacità di esportare nel mondo sia cresciuta, il peso commerciale dell’Italia si è ridotto in confronto a quanto successo ad altri Paesi produttori. Una situazione che deve spingere le imprese a reagire, ma che deve vedere coinvolta in prima battuta una seria politica economica.

Sistema Legno–Arredamento. Esportazioni italiane per Paese di destinazione
Periodo gennaio–agosto 2005. Variazioni percentuali su corrispondente periodo anno precedente.

Paese
Milioni di Euro
Var.%
Tonnellate
Var.%
1
Francia
1.055,66
1,6
293.591
2,9
2
Germania
907,57
-6,5
253.039
-9,2
3
Regno Unito
803,13
-13,1
165.616
-12,0
4
Stati Uniti
710,63
-16,0
139.250
-14,6
5
Spagna
441,36
10,5
112.306
2,2
6
Russia
405,04
15,9
53.737
3,0
7
Svizzera
300,00
0,8
69.185
-2,2
8
Belgio
207,06
1,2
39.281
-0,6
9
Austria
179,60
0,5
61.834
-1,5
10
Grecia
175,34
-5,0
79.936
-4,9
[…]
31

Cina

32,43

5,8

22.358

-44,8



Sistema Legno–Arredamento. Importazioni in Italia per Paese di origine
Periodo gennaio–agosto 2005. Variazioni percentuali su corrispondente periodo anno precedente.

Paese
Milioni di Euro
Var.%
Tonnellate
Var.%
1
Austria
798,85
2,1
2.608.359
-0,1
2
Germania
459,11
0,0
1.014.678
-14,6
3
Cina
325,86
35,5
154.590
38,1
4
Francia
242,21
-3,9
720.746
-2,3
5
Romania
175,63
5,3
157.193
-6,8
6
Svizzera
125,17
12,0
715.741
4,7
7
Stati Uniti
124,07
-4,6
431.104
25,8
8
Croazia
103,44
-1,6
426.035
-9,0
9
Spagna
96,13
-7,4
56.088
-4,9
10
Indonesia
93,61
2,5
55.689
-52,8

(Fonte: Centro Studi Cosmit / Federlegno-Arredo, dicembre 2005)

“La concentrazione delle nostre esportazioni a livello continentale – precisa Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-Arredo – spesso indicata come un elemento di debolezza, ci suggerisce la sfida più urgente che le nostre imprese devono cogliere e vincere. La competitività della filiera deve sfruttare l’indubbio vantaggio in termini di reputazione e in termini commerciali che il Made in Italy ha in Europa, pur non dimenticando che l’aggressività di prezzo dei nostri concorrenti asiatici si contrasta solo con adeguate strategie di posizionamento. Qualità, sicurezza per il consumatore, design e innovazione nei materiali sono gli elementi di differenziazione che le aziende italiane di successo stanno perseguendo. A questi si devono aggiungere politiche commerciali e di marchio adeguate al posizionamento del prodotto, una strategia che è vincolata indubbiamente ad un salto dimensionale delle imprese”.

Ricordiamo che per garantire alle imprese del settore un’adeguata difesa dei propri modelli, Federlegno-Arredo, grazie ad un accordo con l’Agenzia delle Dogane finalizzato a una più stretta collaborazione per fronteggiare l’illegalità a tutela delle imprese, ha attivato per le imprese associate, il ‘Progetto Dogane’ per la diffusione di due nuovi strumenti volti alla tutela del design e al contrasto della contraffazione: ‘Falstaff’ e ‘Audit Doganale’, e ha promosso ‘Registra-azione’ un piano volto alla tutela di disegni, modelli e marchi.

“La correttezza degli scambi – conclude Snaidero – deve riguardare tutti gli aspetti commerciali e di prodotto. Se il nostro settore per competere deve puntare all’innovazione, al design, a politiche distributive adeguate, non possiamo rimanere passivi di fronte ad un sistema commerciale mondiale nel quale alcuni Paesi consentono ai loro operatori qualunque tipo di frode economica. Se è vero che il nostro Paese è agli ultimi posti in termini di brevetti registrati è pur vero che è tra i primi in classifica per numero di nuovi prodotti introdotti sul mercato. Un dato che da solo dice la nostra forza e la nostra debolezza; le nostre innovazioni basate sul design sono facilmente imitabili e richiedono una forte azione di tutela della proprietà intellettuale che spesso ha costi non sopportabili dalla singola impresa”.

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