Pubblicità su Internet: quota 10% nel 2010

“Entro il 2010 Internet potrebbe valere il 10 per cento della pubblicità italiana – è il parere espresso da Layla Pavone, presidente di Iab Italia, al recente convegno dell’Interactive Advertising Bureau -. Oggi l’online rappresenta soltanto il 2% della torta ma, non bastasse l’esempio americano, gli indicatori evidenziano come sia in atto ormai anche in Italia una robusta tendenza positiva, non solo una svolta, che negli ultimi mesi si è lasciata alle spalle anche le tradizionali resistenze del mercato”.

Nel 2006 il tasso di crescita ha raggiunto il 50% e lascia immaginare un miglioramento sostenuto anche per i prossimi anni. Oggi un’azienda su tre che pianifica spot in televisione pianifica la sua comunicazione anche su Internet. È cambiato il media mix, sia nelle grandi organizzazioni che nelle medio-piccole. Internet permette oggi di raggiungere un’audience aggregata di milioni di persone, con un messaggio su misura.

Come ha osservato il Ministro delle Comunicazioni, Gentiloni: “La nostra economia è formata da piccole e medie imprese, che non possono permettersi la pubblicità sui broadcast televisivi, ma che adesso possono farlo con Internet”.

Lentamente la mentalità delle imprese ha cominciato a cambiare: attualmente oltre 1.500 aziende investono in pubblicità attraverso l’online. Dall’altra parte, 20 milioni di persone si incontrano su Internet, trascorrendo in media 17 ore al mese (+32% in un anno): un dato interessante, al di là dei confronti, più o meno lusinghieri, con altri Paesi europei che tendono in genere a precederci. Tra casa e ufficio, Nielsen Net Ratings arriva addirittura a calcolare un bacino di 30 milioni di italiani variamente collegati a Internet.

Spiega Pavone: “Si sta consolidando l’abitudine ad essere multitasking, cioè consumare contemporaneamente diversi media. In questa ripartizione dei consumi, la televisione negli ultimi anni è cresciuta del 4%, la radio 12% mentre la permanenza online è cresciuta del 46%. Il 62% dei naviganti dimostra di gradire la pubblicità interattiva e di considerarle parte integrante della Rete”. Quello che è certo, come dimostra anche la rivoluzione scatenata da YouTube nel video, è che ogni cosa che ha effetto su Internet è destinata oggi a produrre il suo contro effetto nel comparto tradizionale. “I due mondi non sono più separati e, anzi, non hanno mai comunicato così bene”.

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