La luce riqualifica una zona industriale.

b_730_a61996b9-f659-4407-a642-7275ef912373GES2, l’ex centrale elettrica costruita all’inizio del secolo scorso nel Distretto Ottobre Rosso di Mosca, divenuto ora il nuovo cuore del design della capitale sovietica, viene riqualificata e convertita in una sorta di Centro Culturale ospitante un Museo di Arte Contemporanea come spazio espositivo, una piazza dove la gente possa incontrarsi, un’auditorium, un grande bosco metropolitano, spazio che prevede la presenza di temporary shop, librerie, un caffè e un ristorante, tutto ciò per venire incontro ad ogni tipo di esigenza e con l’obiettivo di realizzare un luogo per artisti locali ed internazionali.

E quale miglior luogo per realizzare tutto ciò se non un’ex centrale produttrice di quella enorme fonte di energia che è la luce, che farà da padrona ed illuminerà l’intero spazio creativo ed artistico.

Pensatore ed artefice di questo ambizioso progetto, la cui inaugurazione è prevista per l’anno 2019, è Renzo Piano Building Workshop, celebre architetto genovese, grazie all’intervento della V-A-C Foundation, dedicata alla presentazione internazionale, alla produzione e allo sviluppo dell’arte contemporanea russa.

L’idea è quella di mantenere la struttura originale, ripensandola però totalmente, con l’obiettivo di raggiungere due fondamentali intenti: da un lato la riqualificazione dell’edificio in termini di utilizzo, dall’altro il massimo sfruttamento delle potenzialità della struttura.

Questo è anche ciò che ha riscosso ultimamente particolare successo nel settore dell’architettura, ovvero il voler ristruttura una zona industriale per far brillare di “luce” propria ciò che in origine non nasce per essere né bello né artistico, come una centrale. Uno spazio interno di 31.000 mq questo, la cui energia è alimentata da pannelli solari e da un sistema geotermico, in cui far convergere diverse sfaccettature della cultura in un unico posto.

Un progetto moderno ed attuale, ma anche molto sostenibile, basti pensare in primo luogo al fatto che nulla di tutto ciò che era presente precedentemente viene gettato, a partire dalle ciminiere, riutilizzate come parte di un sistema di ventilazione naturale interna all’area.

Un’esperienza sociale e culturale, uno luogo, soprattutto quello espositivo in cui l’arte regna sovrana, che necessita di ampi spazi ma anche di molta luce, fattore portante e che sta all’origine dell’intero progetto, una centrale elettrica che illumina l’arte ma che allo stesso tempo viene ripagata dal suo arricchimento.

Maggiori informazioni o altri progetti dello stesso architetto

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