Il Salone Ufficio 2013 si è concluso: le impressioni di OfficeBit

Si è chiusa con successo la 16° edizione del Salone Ufficio 2013, importante manifestazione biennale per il comparto dell’arredo ufficio che si è svolta a Milano Rho – Pero, dal 9 al 14 aprile all’interno dei Saloni 2013.

Nonostante l’assenza di alcuni tra i marchi più prestigiosi, dovuta alla forte crisi in cui versa il settore, la fiera è stata caratterizzata da importanti iniziative e soprattutto da idee innovative che hanno visto aziende unirsi in una strategia commerciale con stand di dimensioni più ampie per interpretare “ambienti di lavoro” e rafforzare l’offerta dei brand italiani in tutto il mondo.

Grazie a queste iniziative pluri-marchio, l’atmosfera nei giorni di fiera è stata più che positiva a testimonianza di come l’innovazione del design, l’eccellenza creativa, la comunicazione e la lungimiranza sono le armi su cui investire per resistere e superare il difficile momento del mercato. Sarebbe stato interessante vedere altre aziende seguire questo esempio e unirsi tra loro in un’offerta integrata per rendere il made in Italy ancora più forte, unico e differenziato.

In generale negli stand l’offerta è stata abbastanza innovativa e diversificata, i prodotti erano studiati per rendere gli spazi di lavoro veramente belli e confortevoli e per coprire tutte le esigenze di budget.

L’idea di ufficio come spazio domestico, ormai diffusa da tempo, è stata rappresentata egregiamente dal “Progetto: ufficio da abitare” di Jean Nouvel presentato al centro del padiglione 24 in un’area di 1.200 mq. Ogni visitatore è rimasto affascinato dalle cinque situazioni di lavoro inedite con cui l’architetto francese ha dimostrato che in qualsiasi luogo, che si tratti di un appartamento classico, di un capannone, di uno spazio aperto o di un ufficio high-tech, un ambiente di lavoro può e deve essere sempre in grado di trasmettere creatività e ispirazione. (vedi fotogallery)

Esplorare quegli spazi senza regole tradizionali, pieni di giochi di luci e riflessi, ci ha trasmesso la sensazione del piacere di “vivere” un ufficio più “umano” in cui poterci identificare; unica mancanza una visione sul futuro del posto di lavoro, una libera interpretazione su come potranno essere i nostri uffici nei prossimi anni.

Abbiamo chiesto agli Architetti e Designer  Kicco Bestetti, Pinuccio Borgonovo, Gabriele e Oscar Buratti, Carlo Colombo e Alessandro Bello Dias di parlare della loro visione dell’ambiente di lavoro nei prossimi anni e se condividono la tendenza in atto a rendere sempre più domestici gli uffici del futuro. (vedi interviste )

Ed è come se molte aziende espositrici si fossero ispirate e uniformate a questo progetto.

La tendenza nell’offerta merceologica delle aziende espositrici è stata infatti la proposta di arredi per ufficio più domestici, caratterizzati da un uso più accentuato di colori vivaci e brillanti in tutte le tipologie di prodotto, dalle sedute, ai pannelli divisori, dai contenitori alle scrivanie.

Le sedute operative e direzionali vengono rese più “domestiche”  con un meccanismo semplificato ma con più attenzione al comfort dello schienale e del poggiatesta e quelle per l’attesa e gli spazi relax e meeting attraverso forme meno classiche, molto più stravaganti e creative.

Per garantire la massima flessibilità e personalizzazione, le scrivanie e i contenitori sono stati progettati e presentati con angoli più morbidi e in soluzioni componibili, da postazione singola a sala riunione, per un ambiente meno ufficiale e più adattabile a tutte le esigenze. Alcuni sistemi di archiviazione, regolabili anche su diverse altezze si trasformano in panche e/o sedute con l’aggiunta di cuscini imbottiti. Diffuso l’utilizzo di colori accesi e finiture ricercate. Nei direzionali si impiegano materiali eleganti, ad esempio il cuoio e la pelle.

Anche quest’anno la tendenza è stata di proporre scrivanie sempre più minimal e meno ingombranti realizzate con materiali più leggeri e con minor componentistica e accessori, piano meno profondo favorito dall’uso di computer portatili e schermi piatti e le cassettiere quasi inesistenti.

Molto colore anche nelle postazioni di lavoro progettate per rendere le ore lavorative più “leggere” e piacevoli con un gioco di illuminazione a Led (graduabile) a testimonianza che progettare luci e uffici sia ormai un’azione unica e complementare.

   

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