Cosa cambia per gli architetti con il Decreto Bersani

Gli interventi a favore della concorrenza di mercato, introdotti dal recente Decreto Bersani, investono il profilo economico dei servizi professionali ma anticipano misure atte ad aprire ulteriormente il mondo delle professioni.

Scendendo nel dettaglio, tre sembrano gli strumenti principali, richiamati dal provvedimento per conseguire i suoi obiettivi. Il primo è la liberalizzazione dei prezzi minimi e massimi del servizio, con il sostanziale abbattimento dei valori tabellari prefissati per le prestazioni.

Per valorizzare la propria posizione di mercato, ed è la seconda novità, il provvedimento consente agli studi professionali di comunicare direttamente con il pubblico attraverso la pubblicità. Si tratta di un aspetto in realtà sensibile, perché tocca, indirettamente la deontologia, e non solo gli aspetti economici della professione. È da notare che il provvedimento introduce, per la prima volta in Italia, anche gli studi multiprofessionali. Uno studio di architetti, ingegneri e avvocati, per fare un esempio, potrà in futuro garantire una copertura “full service” specializzata nell’ambito dell’abitare.

Sul lato del consumatore, infine, i benefici della liberalizzazione presuppongono un vantaggio, non sempre facilmente verificabile dal cliente che raramente dispone delle informazioni e delle competenze tecniche necessarie. Rispetto ai tassisti, il mondo delle professioni ha risposto finora al Decreto Bersani in modo composto ma non meno critico, cercando di recuperare un margine di interlocuzione con il Governo.
(Fonte: Focus on Profession, luglio 2006)

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