Consigli pratici sulla registrazione del marchio
Quando si decide di proteggere un marchio in Cina, si deve affrontare il problema della traslitterazione dalla lingua di origine a quella cinese. Si tratta di un aspetto delicato, che deve essere ben approfondito al fine di evitare che l’investimento fatto per la registrazione venga poi vanificato da una sostanziale assenza di protezione.
Per chiarire il punto partiamo da un esempio recente. Si tratta del lancio, sul mercato interno della Repubblica Popolare Cinese, e non solo, di un nuovo modello di fuoristrada (Suv) costruito e commercializzato da un’industria cinese, praticamente identico ad un’automobile già presente da anni sui mercati di tutto il mondo. Il nome scelto per la vettura “Laibao” è (apparentemente!) foneticamente e graficamente completamente diverso da quello del fuoristrada originale “Honda Crv”. Tuttavia la differenza è percepita solo da un occidentale che non conosca l’idioma cinese. Per il consumatore cinese, infatti, i due marchi risulteranno pressoché identici.
Di qui il rischio che la protezione del marchio nella versione letterale e fonetica tipica del Paese di origine risulti sostanzialmente inutile se “doppiata” dal deposito di un contraffattore che, utilizzando i caratteri e i suoni tipici della lingua cinese, depositi un marchio in apparenza completamente diverso ma, nella realtà, praticamente identico a quello precedente e già affermato.
Il suggerimento è dunque quello di rivolgersi a strutture specializzate, che siano in grado di fornire una competenza specifica sul punto accompagnando un’impostazione tecnica della pratica ad una più propriamente giuridica.
Per quanto concerne l’alternativa tra deposito nazionale cinese ed estensione internazionale del marchio, si consiglia la prima opzione per un deposito che rivendichi una sola classe merceologica e che interessi solo il mercato cinese. La seconda via è invece preferibile, per un marchio utilizzato in più Stati e che si rivolga a più prodotti. In questo caso la ragione è prettamente economica. L’estensione del marchio internazionale è infatti decisamente più economica di un deposito nazionale in Cina per una pluralità di classi.
Infine non deve essere trascurata la registrazione del nome a dominio.cn corrispondente ad un marchio registrato in Cina. Sul punto è sufficiente sottolineare come la casistica giudiziale più interessante e più complessa degli ultimi anni in materia di marchi sia stata focalizzata proprio sulla cosiddetta riassegnazione di nomi a dominio.cn, accaparrati da soggetti terzi a danno del legittimo titolare del marchio di impresa sottostante. (2.continua)
(Fonte: Newsmercati.com)
Come tutelare il marchio d’impresa sul mercato cinese (prima parte) |
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