Avviato da Assufficio il nuovo progetto che coinvolgerà economisti, sociologi, architetti e creativi: “Lo abbiamo pensato come l’anno zero di una nuova consapevolezza su cosa rappresenti l’ufficio nella moderna economia – ha spiegato Paolo Borsani, presidente dell’associazione -. L’economia e la società sono sempre più influenzate dalla creatività, dalla capacità di produrre idee, conoscenze e innovazione. Questa capacità, che è sempre stata rilevante, è oggi essenziale al punto che la creatività è considerata la fonte del vantaggio competitivo di una nazione, quindi un fattore da alimentare e rafforzare”.
In questa accezione la creatività svolge un ruolo centrale nel definire la capacità competitiva di un Paese perché non coinvolge unicamente il settore più avanzato dei servizi, ma interessa allo stesso modo anche l’industria manifatturiera più tradizionale. Diversi studi dimostrano che le stesse industrie manifatturiere si stanno terziarizzando: il peso delle funzioni intellettuali, quelle non strettamente legate alla produzione materiale, sta crescendo progressivamente nella catena del valore mettendo in crisi i vecchi modelli produttivi.
“Mentre esiste una significativa letteratura sulla storia dei modelli industriali e delle loro ripercussioni sulla struttura e sull’organizzazione degli impianti e della produzione – spiega Remo Lucchi, imprenditore delegato al coordinamento del progetto – è totalmente assente un’analisi dello spazio in cui la classe creativa produce idee e innovazione. Tanto è l’attenzione alla struttura di un impianto industriale, quanto carente è l’impegno per la progettazione di un ufficio o di uno spazio in cui si produce valore immateriale. Una situazione paradossale visto che sono proprio la creatività, l’innovazione, gli elementi immateriali a costituire la quota più significativa del valore di un prodotto”.
Il progetto Ufficio Fabbrica Creativa ha come obiettivo l’analisi dei modelli organizzativi della produzione intellettuale e i riflessi che questi hanno sull’organizzazione e la progettazione dello spazio e in particolare dell’ufficio, luogo di elezione dove lavora la classe creativa. Il tema verrà affrontato a 360 gradi mettendo insieme le competenze di economisti, sociologi e architetti: un approccio multidisciplinare che studi l’impatto della progettazione sulla produttività del lavoro.
“Non stiamo pensando a studiare soluzioni per qualche genio innovatore – precisa Borsani – ma per quel 60% di forza lavoro che oggi opera nella produzione intellettuale contro il 10% di 50 anni fa. Un dato che da solo dovrebbe far riflettere su come sia essenziale avviare una riflessione su questo tema”.
Ufficio Fabbrica Creativa è già entrato nella fase operativa con l’avvio di diverse iniziative che si realizzeranno nella tarda primavera di quest’anno. “Abbiamo affidato al Politecnico di Milano – spiega Remo Lucchi – uno studio sulla qualità ambientale degli spazi ufficio con lo scopo non solo di individuare le componenti basilari nella progettazione di un ambiente di lavoro, ma anche di verificarne l’impatto sulla produttività e sulla capacità innovativa di un’azienda”.
L’iniziativa di avvio ufficiale del progetto sarà il 29 maggio a Milano, data in cui si terrà il primo forum pubblico in cui saranno protagonisti economisti, sociologi, architetti, imprenditori e creativi che si sono occupati, sotto più aspetti, della produzione intellettuale. Durante il forum si ragionerà intorno al tema dell’ufficio come moderna fabbrica ovvero come luogo nel quale si produce la maggior quota della ricchezza di una nazione. Saranno analizzati non solo i modelli organizzativi, ma anche esempi e soluzioni per rendere gli spazi confortevoli e adatti alla produzione intellettuale.
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