C’erano una volta le ‘icone del design’. Così esordisce Chiara Alessi, evidenziando come un tempo, tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta esistevano oggetti di design che hanno superato per fama e visibilità i loro stessi autori e le aziende che li avevano prodotti diventando dei “classici”.

Icone di design che sono rimaste tali, impresse nella memoria, perché a distanza di anni nessun altro oggetto o simbolo è stato altrettanto convincente e/o duraturo da sostituire, o almeno affiancare, quelli del passato.

“Così, da dieci anni almeno, non abbiamo, per popolarità, riconoscibilità, trasmissibilità (tre requisiti imprescindibili) nuove icone nel design”.

“Finita l’epoca dei maestri è finita anche la possibilità di produrre nuove icone? Oppure dobbiamo pensare che persino i maestri furono in parte prodotti da quelle icone? La loro sparizione è forse colpa dell’inarrestabile aumento degli oggetti di massa e della massa di detentori dei mezzi per produrli? O piuttosto l’imperfezione e la personalizzazione contemporanee rendono gli oggetti più unici e quindi paradossalmente meno collettivizzabili? Oppure ancora è tutto un falso problema?”