Il campanile di San Marco a Venezia

Luci in piazza: il progetto di illuminazione

1. LUCE E ARCHITETTURA

L’architettura è “gioco sapiente dei volumi sotto la luce”. Questa definizione di Le Corbusier è ancora di straordinaria attualità. Certo Corbù pensava alla luce naturale ed infatti sono molto efficaci le sue sperimentazioni sulle modulazioni dei pozzi di luce (un esempio per tutti: il campanile di Ronchamp). Oggi evidentemente la sfida di quella sapienza si estende alle ore notturne e alla luce artificiale. E se con la luce del giorno sono i volumi che mostrano la fisicità della luce, di notte sembra vero il contrario e cioè tocca all’illuminazione mostrare la fisicità dei volumi.

Il progetto illuminotecnico deve dunque radicarsi su di una precisa comprensione dei valori intrinseci dell’oggetto da illuminare ed anche e soprattutto sulle relazioni volumetriche con il contesto, in modo da rispettarne i fragili equilibri, seppure in un mondo (di luci) ‘artificiale’. Le sperimentazioni più attuali sul contesto storico ci mostrano come esso, di notte, non necessariamente vada riprodotto nella sua interezza diurna ma al contrario scomposto nelle sue componenti organiche. Infatti inondare di luce il monumento ne comporterebbe una radicale estraniazione, mentre più opportuno sembra proporre degli accenti sugli elementi architettonici di pregio e delle modulazioni di chiaro e scuro sulle masse murarie.

Nel caso di torri e campanili questo rischio è evidente per via del loro volume intrinsecamente fuori scala, ed infatti molto spesso si vede nel paesaggio urbano antico, svettare una cella campanaria di bianco splendente, come un missile immobile con i reattori sempre accesi. Occorre riflettere sull’improprietà di questa estraniazione nella città antica, proprio perché di giorno i materiali ed i giochi di volume dei tetti accompagnano lo svettare e lo rendono armonico contrappunto di un’unica trama edilizia. Non è così per il recente paesaggio industriale dove torri e camini hanno raggiunto dimensioni difficilmente contestualizzabili.

Il campanile di piazza San Marco assume la sua configurazione attuale nel 1152 (Dorigo) quando viene completata la costruzione della cella campanaria. Passa poi attraverso continue ristrutturazioni ed il rifacimento della copertura, ma rimane sostanzialmente invariato fino al 1902 quando crolla rovinando sulla Piazza e, parzialmente, sulla Biblioteca Marciana. Dopo dieci anni viene ricostruito “com’era e dov’era” dalla pubblica amministrazione, che ne mantiene la proprietà dandolo in gestione alla Procuratoria di San Marco.

Se nella storia la torre si accendeva solo in ricorrenze speciali, la piazza era appena illuminata dai pochi lampioni e dalle attività che la animavano, dunque si manteneva un equilibrio di luci ed ombre. Oggi è diverso. Le Procuratie sono illuminate uniformemente da una fila di candele elettriche distribuite lungo le facciate, mentre la Basilica riceve la potente luce da due coppie di fari dai tetti delle Procuratie Vecchie e della Biblioteca Marciana. Solo il campanile di San Marco dunque scompare con l’imbrunire dal paesaggio urbano della piazza.

2. ILLUMINARE IL CAMPANILE

Il campanile era parte irrinunciabile nelle rappresentazioni del paesaggio urbano ma raramente era rappresentato di notte. Sono assai interessanti le immagini notturne che ne restituiscono la mole illuminata dal basso, dai fuochi fatui durante le feste di carnevale (come nella tela di Caffi) o da migliaia di candele per l’arrivo di un dignitario straniero. Nel primo caso ne risulta appiattito il paramento murario del basamento e scompaiono la cella e l’attico sotto le forti ombre portate, nel secondo la piazza continua verso l’altro in uno sfavillante tappeto di luce.

Il progetto si propone di restituire il campanile alla percezione notturna, illuminandolo sia dall’esterno sia dall’interno, cercando di contestualizzare il più possibile l’effetto visivo, evitando cioè la sua ulteriore estraniazione dal paesaggio notturno marciano.

Il lungo fusto in mattoni viene illuminato con luce portata dai quattro lati perpendicolari ai fronti, una luce che però non è né uniforme sulla superficie né uguale sui lati adiacenti. La luce degrada infatti verso il basso dai due lati più compressi della piazza e verso l’alto dai due lati più aperti, quasi a simulare l’illuminazione portata dalle attività e dalle sorgenti esistenti. La parte alta del campanile è articolata in tre partizioni: la cella campanaria è illuminata dai cornicioni aggettanti,i fregi soprastanti sono illuminati dalla balconata, l’angelo in cima è illuminato dal tetto della Biblioteca Marciana.

Questo sistema costituisce la base permanente mentre in occasioni particolari può essere aggiunta l’illuminazione dell’interno della cella campanaria che è diffusa da un telo montato per l’occasione. Gli apparecchi illuminanti iGuzzini sono a ioduri metallici ed assorbono complessivamente 6KW. Particolare attenzione è stata prestata alla riduzione dell’inquinamento luminoso a termini di legge, infatti sia i fari posizionati all’esterno del campanile sia quelli al suo interno colpiscono quasi esclusivamente la mole del campanile stesso, eccezion fatta per il faro che illumina l’angelo che per poter rimanere acceso dopo l’inaugurazione avrà bisogno di una autorizzazione ad hoc.

I fari sono montati sia su tralicci temporanei, all’interno delle aree del cantiere per il restauro della torre dell’orologio, che su supporti in acciaio inox acidato ammorsati sulle balaustre esistenti, senza intaccare le strutture lapidee della loggetta dì Sansovino e della Biblioteca Marciana. La modalità e la qualità dei materiali degli attacchi dei fari da allestire sulle balaustre sono state studiate assieme alla Sovrintendenza per non compromettere il sistema complesso e prezioso delle balaustre stesse e la monumentalità della piazza.

In occasione dell’inaugurazione è stato predisposto uno spettacolo di luci che valorizzasse l’eccezionalità dell’evento e le possibilità dei nuovi proiettori ColourWoody. Il progetto è stato commissionato dal Comitato per i 900 anni dell’Arsenale composto dalle principali istituzioni cittadine. L’occasione è quella dei festeggiamenti per questo anniversario dove l’illuminazione del campanile viene (parzialmente) inaugurata, come dono alla città nella ricostruzione di un legame forte tra Venezia ed il suo Arsenale, antico motore del suo sviluppo.

[relazione del progetto di Francesco Calzolaio
tratto da ‘Incontroluce’ I.2005
Si ringrazia Centro Studi e Ricerca
iGuzzini Illuminazione, Recanati MC]

Potrebbe interessarti:

    None Found