Una borsa di studio in memoria di Manlio Armellini

master furniture design

Un’ iniziativa rivolta agli studenti del Master in Furniture Design del Politecnico di Milano per commemorare colui che ha trasformato il Salone del Mobile di Milano nel più importante evento internazionale per il mondo del design.

Manlio Armellini @ Courtesy Salone del Mobile.Milano

Borse di studio per studenti italiani e stranieri che frequenteranno, a partire dal prossimo anno accademico, il master in Furniture Design del Politecnico di Milano, promosse dal Salone del Mobile.Milano in memoria di Manlio Armellini, anima indiscussa di una Manifestazione che
sotto la sua guida decolla definitivamente trainando quel fenomeno unico nell’industria nazionale che è l’incontrastata leadership dell’arredamento made in Italy sui mercati di tutto il mondo e portando la città di Milano al centro dell’attenzione internazionale.

Ad annunciare l’iniziativa, Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano, durante la conferenza stampa di presentazione della 60a edizione del Salone. Presenti in sala anche Elisa Astori, Coordinatore Scientifico del Master in Furniture Design e Armida Armellini, che per quasi 60 anni ha affiancato e sostenuto il marito in questo suo percorso che lo ha portato non solo a ricoprire prima la carica di Segretario generale e poi di AD di Cosmit, ma a creare un sistema fieristico complesso, indiscusso punto di riferimento delle aziende, degli stili, delle tendenze dell’abitare in tutto il mondo.

Armellini ha infatti saputo affiancare all’appeal commerciale della Manifestazione uno straordinario insieme di eventi culturali: dalle monografie dedicate ai “Maestri” del design internazionale, alle grandi mostre a tema, agli eventi artistici e spettacolari.

L’edizione del Salone che partirà a giugno è un’edizione speciale perché si festeggiano i sessant’anni della Manifestazione e perché viene organizzata in un momento in cui, anche a seguito della pandemia, il settore dell’arredo sta attraversando una fase di profonda trasformazione, che porta le aziende a riconfigurare la propria offerta, la presenza nei mercati internazionali e nei canali distributivi, la comunicazione dei prodotti e della marca. Fattori che richiedono un forte aggiornamento delle competenze dei designer e della loro capacità di relazionarsi con le altre leve di costruzione del valore.

Ecco perché la scelta è ricaduta sul Master Universitario in Furniture Design, diretto da Alessandro Deserti, Professore ordinario del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, e da Francesco Zurlo, Presidente POLI.design e Preside della Scuola Design del Politecnico di Milano, un prodotto formativo giunto ormai alla sua V edizione e che negli ultimi anni ha formato circa 100 studenti, provenienti da 28 paesi del mondo. Un Master che affonda le proprie radici culturali nel “modello italiano” di relazione tra impresa e design, ma si pone allo stesso tempo l’obiettivo di sviluppare nuova conoscenza per sostenere l’innovazione necessaria a rispondere alle sfide poste dai cambiamenti tecnologici, sociali e di mercato.

Ogni anno verrà assegnato un contributo, quale borsa di studio, per coprire il 50% della quota di iscrizione per uno studente italiano e per uno studente straniero. La borsa di studio verrà assegnata da una commissione formata dalla direzione del Master, da Armida Armellini e da Maria Porro che si riunirà poco prima dell’avvio della V edizione prevista per novembre 2022.

Un uomo vulcanico e visionario, raffinato e generoso. Da quando nel 1965 ha avuto l’intuizione di completarne l’offerta commerciale con la presenza delle principali aziende leader del settore arredo raccolte tutte insieme, il Salone è decollato diventando quello che oggi tutti conosciamo e apprezziamo, il fiore all’occhiello di Milano e di una nazione intera.

Maria Porro

Gli anni che ci attendono saranno unici per intensificazione di creatività e di progettualità. E formare designer preparati e consapevoli del ruolo del design nel contesto socioeconomico sarà fondamentale. Il design è infatti ben più di una disciplina finalizzata al bello e al ben fatto, che è cosa comunque importante visto che siamo il secondo paese manifatturiero in Europa, ma è molto di più perché, con il suo approccio, diventa un asset strategico per l’innovazione e la competitività di istituzioni pubbliche e private così come di PMI e multinazionali: Manlio Armellini lo sapeva bene e grazie al suo lavoro è riuscito a dimostrarlo non solo al nostro Paese ma al mondo intero.

Francesco Zurlo

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