World Furniture Outlook 2018

Il rapporto sul mercato mondiale del mobile

World Furniture Outlook 2018Venerdì 24 novembre 2017, presso la sede Confcommercio di Milano, CSIL ha presentato le edizioni 2017 di due Rapporti: il World Furniture Outlook 2018 e il Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia, 2018-2020 alla presenza di circa 200 partecipanti in rappresentanza di aziende del sistema legno-mobile-arredamento, istituzioni, associazioni di categoria, oltre a economisti, operatori della comunicazione e giornalisti.

Il rapporto World Furniture Outlook 2018 contiene dati analitici sull’industria del mobile e previsioni sulla crescita della domanda di mobili nel 2018-2019 in 100 paesi, di cui: 40 paesi europei, 21 paesi dell’Asia e del Pacifico, 21 del Medio Oriente e dell’Africa, 3 del Nord America e 15 del Centro Sud America.

Il Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia fornisce un quadro aggiornato e dettagliato delle prospettive dell’industria e del mercato italiano dell’arredamento. Lo studio include un’analisi sia per il settore del mobile nel suo complesso che per i singoli comparti dei mobili imbottiti, mobili per la cucina, mobili per la casa e mobili per l’ufficio con dati preconsuntivi per il 2017 e previsioni al 2020 per produzione, export, consumo interno e importazioni. Oltre alle previsioni, il rapporto presenta un capitolo dedicato al tema della omnicanalità e alle strategie distributive messe in atto dalle imprese del settore sul mercato italiano e sui mercati internazionali.

 Il quadro macroeconomico nel triennio 2018-2020

Lo scenario internazionale che fa da cornice alle previsioni presentate da CSIL nel Seminario del 24 novembre 2017 è il seguente:

  • Nel 2017 il ciclo economico mondiale si è rafforzato e il prodotto interno lordo mondiale sta aumentando del 3,5% grazie a un andamento più vivace sia delle economie industrializzate (UEM in particolare) che dei paesi emergenti rispetto all’anno precedente (tabella 1). Nel triennio di previsione tale trend sarà confermato, con i paesi emergenti che continueranno a registrare tassi di crescita superiori al 4%, mentre i paesi industrializzati si manterranno in media sotto il 2%.
  • Il quadro macroeconomico va migliorando in Brasile, ma la situazione è ancora complessa, anche se le riforme poste sul tavolo dal governo aprono spiragli di crescita per il medio periodo. In Russia si sono registrati segnali positivi, in un contesto comunque ancora molto incerto; l’aumento del reddito disponibile sta comunque spingendo i consumi e l’apprezzamento del rublo sta contenendo l’inflazione sotto i limiti fissati dalla banca centrale. In Asia, la Cina dopo la crescita del 2017 superiore alle attese del governo è prevista in rallentamento controllato (da un +6,3% nel 2018 a un +5,5% nel 2020). In India, nel triennio di previsione il PIL riprenderà a crescere con tassi superiori al 7%.
  • Tra le economie ad alto reddito, gli Stati Uniti continueranno lungo il loro sentiero di crescita mentre i paesi dell’UEM che vedono consolidarsi la ripresa nel 2017 (+2,2% del PIL in termini reali) registreranno incrementi del PIL pur sempre positivi ma in rallentamento, in seguito al venir meno delle politiche accomodanti e a un lieve rallentamento del commercio mondiale.
  • Il commercio mondiale di manufatti nel 2017 ha ripreso vigore e si stima che chiuderà l’anno con un +5% in termini reali. Nel 2018 la crescita rimarrà superiore al 4%, mentre nel restante periodo i tassi scenderanno di poco sotto tale soglia anche in seguito alla minore crescita della Cina e nel 2020 degli Stati Uniti.
  • Sul fronte dei tassi di cambio, l’euro continuerà ad apprezzarsi sul dollaro generando pressioni al ribasso sui prezzi interni, con possibili effetti anche sulle esportazioni europee.
  • Per i prezzi delle materie prime, dopo l’impennata nel 2017 è previsto un nuovo moderato rialzo dei prezzi.
  • Per l’Italia i dati del terzo trimestre confermano la solidità della ripresa con una crescita acquisita per il PIL pari all’1,5% nel 2017. Le previsioni per il PIL mostrano una prosecuzione del sentiero di crescita anche nei prossimi anni grazie al sostegno della domanda interna. L’economia italiana è prevista, infatti, crescere dell’1,2% nel 2018 e dello 0,9% nel 2019 .
  • Nel 2018-2020 si prospetta una crescita della spesa delle famiglie italiane, anche se a livelli inferiori a quella del 2016-2017. Il potere d’acquisto delle famiglie risentirà della ripresa dell’inflazione con il reddito disponibile in termini reali che vedrà scendere il tasso di crescita sotto l’1% negli ultimi anni del periodo di previsione.
  • Gli investimenti hanno finalmente preso il via e le prospettive sono positive anche per i prossimi anni, in particolare per la componente dei macchinari e attrezzature. Anche gli investimenti in costruzioni (residenziali e non) riprenderanno a crescere sebbene a tassi moderati.
  • Le esportazioni italiane stanno godendo dei benefici dell’aumento della domanda potenziale rivolta ai prodotti italiani ma la crescita delle esportazioni è accompagnata da un incremento delle importazioni di maggiore entità generato dalla ripresa della domanda interna con conseguente riduzione del saldo commerciale. Nell’orizzonte di previsione il divario tra i tassi di crescita di import ed export andrà diminuendo e il contributo delle esportazioni nette alla crescita del PIL da negativo diverrà nullo.

I fattori di rischio: sul quadro economico sopra delineato gravano diversi rischi al ribasso che riguardano sia la sfera economica che quella politica; sul fronte economico permangono incertezze sulle conseguenze della Brexit, sulle politiche americane in tema di protezionismo e sulla dimensione della manovra correttiva che sarà richiesta dall’Unione Europea all’Italia. Sul fronte politico, le elezioni in Italia, la mancanza di un governo di maggioranza in Germania con la probabilità di andare a nuove votazioni, la situazione di tensione con la Corea del Nord, le presidenziali in Russia e le tensioni in Medio Oriente rappresentano ulteriori elementi che potrebbero mutare lo scenario

Il mercato mondiale del mobile

Il consumo mondiale di mobili valutato a prezzi di produzione (escluso cioè il markup per la distribuzione) è di circa 425 miliardi di dollari USA. Il grado di apertura dei mercati (cioè il rapporto fra importazioni e consumi) è attualmente dell’ordine del 30%. I principali paesi importatori di mobili sono Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Francia. Le esportazioni di mobili della Cina, che è il primo esportatore al mondo, erano più che raddoppiate tra il 2009 e il 2015. Attualmente sono di circa 50 miliardi di dollari all’anno e nel corso degli ultimi anni sono cresciute seppure a tassi moderati. Anche gli altri grandi esportatori di mobili quali Germania, Italia e Polonia continuano a crescere nel 2017. Nel 2018 la crescita dei consumi di mobili per il mondo sarà di circa il 3,5% in termini reali, ma l’incertezza della situazione internazionale comporta diversi rischi al ribasso. L’area prevista con crescita più sostenuta è l’Asia e Pacifico. Per il commercio estero di mobili le previsioni per il 2018 sono di una crescita del 4% in dollari correnti dell’importo degli scambi internazionali.

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